Ill.mo Signor Presidente della Repubblica Italiana
On. Prof. Giorgio Napolitano
Palazzo del Quirinale
R O M A

Illustrissimo Signor Presidente,
gli eventi politici che si susseguono hanno concesso a molta parte dei media di interpretare il Suo pensiero secondo le proprie “convenienze di parte” facendola apparire ora il “ salvatore della Patria “ ora , invece, espressione di un “presidenzialismo” - non previsto dalla Carta Costituzionale per la quale io ho manifestato in Piazza del Popolo - formula che ritengo lontana dalla Sua concezione politica che è quella della : pulizia morale, della lotta contro le prevaricazioni e gli abusi di potere, la difesa contro il professionalismo e la burocratizzazione , contro i vizi dell’integrismo, dell’’arrogante presunzione,della demagogia, del rimandismo, dell’affermazione dei valori della competenza , della professionalità , delle capacità ; la concretezza dell’azione politica nella coerenza tra valori, fini e mezzi . Tutto ciò è nella nostra Costituzione non compiutamente attuata.
Erano questi i “temi “ ricorrenti in una suo discorso elettorale tenuto a Catanzaro in piazza Grimaldi che coinvolsero i miei sentimenti tanto che, da Delegato regionale del Movimento Giovanile della DC, promossi, primo in Italia e primo combattuto dal mio partito che mai ho abbandonato, la “ larga convergenza” tra i Movimenti Giovanili della DC , PCI , PSI, PRI che, per riunirsi, trovavano ospitalità nella sala comunale di Lamezia Terme il cui sindaco ci aiutò in “ quella impresa”.
Sarebbe , pertanto, a mio giudizio opportuno, dopo l’intervento ” pre-congressuale “del sindaco di Firenze dr. Matteo Renzi, che Lei intervenisse per dare valore a quelle dichiarazioni che riconoscevano la giustezza dei suoi consigli ma lasciavano, allo stesso tempo, le libere conseguenti determinazioni ai partiti ed al Parlamento.
Io, sono certo, che nelle parole del sindaco Renzi Lei si riconosce appieno ; dai miei 76 anni penso che Le Sue preoccupazioni ed il Suo impegno sono indirizzate al superamento dell’attuale grave crisi economica verso un decollo dell’economia italiana che ha bisogno, per essere attuata, non di anomale aggregazioni, che Lei è costretto quasi quotidianamente a mediare, ma di una chiara programmazione economica generale - che manca – libera dalle ipoteche delle ideologie e dell’utopia per uno sviluppo reale progettato su obiettive necessità - il lavoro , la scuola, la ricerca, la legalità - , capaci di generare una crescita reale con la produzione vera di ricchezza che è il primo requisito per poterla equamente distribuire a vantaggio della crescita del reddito personale e del benessere sociale in termini reali, e garantendo l’equilibrio nel soddisfacimento delle esigenze qualitative di vita del mio e suo Paese.
L’aver dato i partiti, troppe volte, preminenza agli aspetti pseudo-politici piuttosto che ai processi di rinnovamento ha fatto prevalere il verticismo sulle determinazioni dei cittadini con il risultato di avere un Paese diverso da quello pensato dalle nostre visioni giovanili .
Occorrerà ai partiti , nella loro chiarezza dei programmi ed impegno, dimostrarci convintamente non disposti ad abdicare alle proprie idee sapendo integrare con paziente cura i momenti di un profondo , vero riformismo.
Mi perdonerà del mio ardire nel presentarle alcune personali riflessioni sul momento politico che interessa i miei concittadini, il mio e suo Paese, i miei nipoti.
Accolga, signor Presidente, i sentimenti della più profonda stima.

Sergio Scarpino
scarpinos@alice.it
www.calabrialaicitasechiesa.it
www.calabriainsorgi.it